Il mio ultimo video, una mediazione reale di un conflitto con i miei figli
Di seguito in questo post trovate le mie riflessioni sulla mediazione
e 8 punti chiave per coltivare relazioni di dialogo in famiglia.
Di seguito in questo post trovate le mie riflessioni sulla mediazione
e 8 punti chiave per coltivare relazioni di dialogo in famiglia.
24 ore dopo la mediazione del conflitto per l'utilizzo di un camion giocattolo, ancora nessun litigio, anzi, ci giocano insieme felicemente e ininterrottamente! :)
Ecco il mio ultimo video in cui potete vedere una mediazione reale di un conflitto fra i miei due figli Dario, 4 anni e Giona, 8 anni.
La mediazione di questo conflitto si è basata soprattutto sull'ascolto e sul dare i riscontri di comprensione di volta in volta a chi parlava. In alcuni momenti ho anche guidato i due "contendenti" a ripetere le parole dell'altro, al fine di aiutarli a scambiarsi reciprocamente i riscontri di comprensione.
Riguardando questo video, la cosa che più mi piace è che, grazie al mio intervento, si è creato sopratutto uno spazio di parola e di ascolto.
Siamo partiti dal fatto che Dario, il più piccolo, voleva decidere in modo esclusivo circa l'utilizzo di un nuovo camion giocattolo a 3 assi (recuperato in spiaggia la mattina).
La soluzione del conflitto, in questo caso, non è venuta dai due bambini, bensì dalla posizione adottata da me in quanto genitore (oltre che mediatore). Nel ruolo di genitore, ciò che dico e che faccio ha una forte valenza per i miei figli e quindi penso sia importante parlare e agire con molta attenzione e consapevolezza. L'aver assegnato dapprima il camion a Dario, lo aveva messo in posizione di "controllare" l'uso del camion. Questo creava difficoltà nel gioco e nel divertimento di Giona. Grazie al clima di ascolto, al tempo necessario per sedersi, parlarsi, ascoltarsi, ho potuto cambiare la mia scelta e l'assegnazione del camion che è passato da "gestione di Dario" a "gestione condivisa".
La cosa secondo me interessate e che celebro, è che questo cambio di assegnazione non è sfociata in urla, pianti, ribellione o ulteriori conflitti con Dario. Perché? Perché Dario ha preso serenamente il cambio di assegnazione del camion e da allora in poi i fratelli hanno potuto giocare serenamente senza ulteriori conflitti?
Io individuo alcuni punti fondamentali:
1) Lo spazio di parola e di ascolto ha permesso a Dario di esprimersi e di ricevere riconoscimento e rispetto per il proprio volere.
2) L'ascolto di Giona e i riscontri di comprensione dati da me e dati tra i fratelli, ha permesso loro di accogliere la globalità della situazione e la presenza dell'altro fratello.
3) La spiegazione di alcune dinamiche di condivisione che già esistono fra di loro, abbiamo citato l'uso di altri giochi a casa, la possibilità di fare scambio, la possibilità per Dario di avere anche dei momenti di tranquillità nell'uso del nuovo gioco... Tutto questo ha permesso la visione di una prospettiva di gioco e di soddisfazione più ampia, non focalizzata solo a quel nuovo gioco in modo esclusivo nel presente.
4) Ho dato loro la possibilità di proporre soluzioni. Nel momento in cui da parte loro non emergevano soluzioni soddisfacenti, ho proposto/deciso io una soluzione.
5) Il ruolo del genitore. In questo caso, come papà, ho emesso una scelta vincolante: "Io voglio che il gioco venga usato in modo condiviso". Abbiamo un potere come genitori! Esserne consapevoli è molto utile, usarlo per il bene comune è per me fondamentale. Dopo aver ascoltato i miei figli, ho fatto una scelta e ho esposto i benefici che vedevo nella mia scelta. Ho poi concluso chiedendo loro se erano d'accordo. In questo modo ho sigillato un accordo in cui anche loro sono partecipi. Ho anche detto "mi fido di voi, mi fido che voi sapete/sappiate fare dei turni". In questo modo rimando a loro molta fiducia e anche il pallino del dialogo quando avranno da gestirsi l'uso del camion giocattolo.
6) Se uso il mio potere in modo autoritario o se, viceversa, rinuncio al mio potere con l'idea di voler essere buono, la relazione con i miei figli può venire compromessa. Non ritengo che autoritario sia cattivo e invece permissivista sia buono. Penso sia importante un genitore che è presente nella relazione, che sa ascoltare e che sa, al momento necessario anche decidere. Un trucchetto per evitare di diventare dei dittatori è dire "proviamo. Vi va di provare? Facciamo una prova e poi vediamo come va?". La possibilità reale ed onesta di poterne riparlare e di essere ascoltati con rispetto è per me un toccasana delle relazioni e un porto sicuro a cui ogni membro della famiglia potrà attraccare in caso di necessità. Molte volte, come in questo caso, la prova va a buon fine e non vi è più necessità di riparlarne. :)
7) In molti altri casi non sono io a decidere/impormi, bensì guido i miei figli a decidere e a fare accordi fra di loro o insieme a me in modo partecipativo e egualitario. In altri casi ancora ci sono giochi che sono destinati solo a Dario, altri solo a Giona, altri solo a papà, ecc. In questo modo, con l'assegnazione di alcuni oggetti ad uso/gestione individuale, si offre una tutela del singolo necessaria ad ognuno per coltivare sé stesso/a e il proprio sviluppo. In questo modo si impara la relazione con sè stessi e con l'altro. Se io ho in gestione la macchina rossa e tu la bambola azzurra, se io voglio la bambola azzurra, imparo a chiedertela, a fare accordi con te e a rispettarli. Seguendo questa danza fra l'io, il tu e il noi, il gioco dell'organismo familiare/sociale trova chiarezza ed equilibri. La soluzione non è sempre la stessa, dipende dalle situazioni. Es. se hai già mangiato 3 fette di torta e io 0, molto probabilmente ora tocca a me, ma non per forza... L'importante è un equilibrio nella totalità delle situazioni che viviamo insieme.
8) L'abitudine a questo tipo di dialogo che è basato sulla verità, sull'onestà, sulla comprensione, sull'imparzialità, sull'empatia e sulla benevolenza. I miei figli sono abituati a questo, lo hanno vissuto varie volte e vi hanno trovato no spazio sicuro, in cui non c'è l'intenzione di far vincere qualcuno né di far perdere qualcun altro. Questo, a mio parere, li predispone con fiducia al dialogo e al provare le nuove soluzioni proposte. Il terreno da frutto quando lo si cura con un po' di costanza, quindi, la mia esperienza e i miei consigli vanno nella direzione di iniziare a coltivare questo clima di dialogo e poi, pian piano, verrà sempre più facile :)
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